La pastorale per lo sport
La parola “sport” è ormai da tempo di uso comune: ogni quotidiano dedica almeno una pagina di cronaca sportiva; i giornali radio ed i telegiornali chiudono le edizioni con le notizie di sport.
Questo come sappiamo è lo sport parlato.
L’attività sportiva, dove chi la pratica si mette in gioco in prima persona come atleta o come allenatore, è un’altra cosa.
La pratica sportiva in oratorio ha radici lontane. Si può affermare che i termini “oratorio” e “sport” siano pressoché nati insieme. Anche i nostri genitori, i nostri nonni hanno corso a piedi scalzi dietro ad una palla (che, a quei tempi, era di pezza e in qualche raro caso di cuoio), in partite interminabili su campi polverosi, dove, quando era ormai ora di smettere, si sentiva da lontano la solita frase: Chi segna per ultimo vince!
Con il passare degli anni sono poi sorte all’interno degli oratori le prime società sportive, che hanno cominciato a dare una forma organizzata alle attività di carattere sportivo.
Società sportive che, nel tempo, hanno forse cambiato nome, ma che tuttora mantengono viva la pratica sportiva in oratorio.
Oggi queste società si chiamano ASD, sigla che unisce i termini Associazione Sportiva Dilettantistica.
Sono società affiliate al CONI, con uno statuto che definisce le responsabilità, i compiti e gli ambiti di attività all’interno dell’oratorio. Forse il termine ASD in oratorio è un poco ostico da pronunciare, ma descrive bene il desiderio di mantenere vivo con continuità lo sport in oratorio.
Cos’è oggi lo sport in oratorio?
Si potrebbe subito rispondere con un semplice slogan: Il gioco è di tutti, io gioco con tutti. Naturalmente dietro queste parole ci sono pensieri e progetti.
L’attività sportiva in oratorio è in primo luogo un punto di riferimento, un centro di aggregazione rivolto a tutti, dai più piccoli ai grandi, in modi e forme dedicati. È un percorso educativo che viaggia con una identità precisa; identità che non vive da sola, poiché si muove e si sviluppa condividendo tutte le attività ludiche e formative che si realizzano in oratorio.
Lo sport è animazione, poiché il gioco non è fine a se stesso, ma è uno dei principali strumenti utilizzati per dare forma e vita all’oratorio.
È curioso e bello al tempo stesso vedere bambini che giocano con la palla ancora prima che inizi la partita e proseguono nel gioco anche se la partita è ormai finita. Si fermano solo dietro un pacchetto di patatine o una bibita al bar (è il messaggio lanciato dai genitori che il pomeriggio di gioco è terminato e purtroppo si deve tornare a casa).
Lo sport è un punto di accoglienza per tutti, poiché non ci sono distinzioni in chi partecipa. Tutti possono giocare al di là delle proprie capacità, tutti hanno il loro spazio di gioco, tutti partecipano con la loro identità.
Lo sport è uno spazio dove ogni adolescente e giovane può giocare e mettersi in gioco. In primo luogo giocando, facendo parte di una squadra, di un gruppo dove coltivare le amicizie.
Mettersi in gioco significa fare un salto di qualità e mettersi con semplicità a disposizione della società sportiva come allenatore, responsabile, arbitro oppure segnapunti o guardialinee.
Sono questi ruoli speciali, poiché permettono al giovane di “misurarsi” entrando in punta di piedi nel mondo degli adulti. Lo sport è un luogo di aggregazione per le famiglie che si incontrano per accompagnare i figli agli allenamenti ed alle partite.
E così si ritrovano per parlare della vittoria o della sconfitta, mentre tra le righe nasce quello spazio privilegiato che solo una mamma è in grado di cogliere, per condividere con altri genitori i dubbi, le gioie, i problemi della crescita di un figlio.
Lo sport è un luogo dove l’adulto torna ad essere bambino, quando vedi il padre di famiglia che, dopo una settimana di lavoro e sacrifici, indossa maglietta e pantaloncini e si mette a correre ai bordi del campo.
Al primo sguardo sorge un tenero sorriso: è buffo, sembra una chioccia con i pulcini che gironzolano intorno.
Nella sua borsa sportiva porta con se una carezza ed un consiglio per ogni bambino.
Alla fine di ogni allenamento, stanco si siede per terra, ma si rialza subito quando da lontano sente arrivare la classica domanda: “Mister” dove giochiamo la prossima partita?
Punto di riferimento e percorsi educativi, dove venire accolti e poter mettersi in gioco insieme ad altre famiglie, senza paura di tornare bambini: sono i semplici ingredienti della ricetta che le ASD in oratorio utilizzano per trasformare la pratica sportiva a servizio del bambino.
Tutto questo non deve mai trasformarsi in quello sport che si vede in televisione, ricco e a volte diseducativo.
Infatti soltanto in Italia abbiamo una vera pastorale dedicata allo sport, dove insegna a non praticare uno sport cattolico ma essere cattolico nello sport.
Scarica Pastorale per lo sport
|